giovedì 2 dicembre 2010

Il libro è stato ai vertici delle classifiche di vendita, una cosa abbastanza comune per Alessandro Baricco che rimane uno degli scrittori più letti in Italia e comuni sono anche le critiche e le polemiche sul suo stile ellittico rarefatto che continua a far parlare di sé dai tempi di “Oceanomare”. Baricco parla per mancanze e fa della pagina, anche nel modo di impostarla, il veicolo principe dell’espressione, così sapere che da un suo romanzo è stato tratto un fumetto è stata una piacevole sorpresa. Lo scrittore che fa della vista uno strumento, viene trasposto a sua volta in un formato che veicola la trama per immagini. A mettersi davanti a questa sfida è stato Tito Faraci, uno che durante la sua carriera ha lavorato con la Disney, la Bonelli e la Marvel e che di certo non disdegna i cambiamenti e le sfide narrative. Così è nato “Senza Sangue”, adattato da Faraci e disegnato da Francesco Ripoli e presentato all'ultimo Lucca Comics&Games da Edizioni BD. “Senza Sangue” è ambientato in un non ben precisato periodo storico, dopo una guerra in un paese di certo di origine latine, lo stesso Baricco ha tenuto a specificare che l’ambientazione fa parte delle sue vaghe suggestioni e quindi cercare di ricostruirne il periodo va contro la stessa idea del suo creatore. Quello che sappiamo è che nella fattoria Mata Rujo vengono massacrati Manuel Roca e suo figlio da un gruppo di uomini. Unica superstite di questo massacro è la piccola Nina, risparmiata da uno dei killer. La storia poi si sposta nel tempo e ritroviamo Nina già adulta e con alle spalle e sulla coscienza la morte dei sicari della sua famiglia, tutti tranne chi anni prima non era riuscito ad ucciderla. Nina lo cerca e una volta ritrovato chiude i conti senza violenza e senza sangue. La graphic novel ricrea l’atmosfera quasi onirica del libro, il tratto rude e graffiante di Ripoli comunica più di mille parole e Tito Faraci gli lascia tutta la libertà espressiva di cui ha bisogno, riducendo al minimo le parole, narrando egli stesso per elisioni, lasciando al disegnatore e a noi lettori il compito di riempire i vuoti esistenziali ed emotivi che la storia di Nina e Pedro Cantos porta dentro di sé. “Senza sangue” rispetta quindi lo stile del libro da cui è tratto e apre su questo un nuovo punto di vista, a volte persino più potente, coinvolgente dell’originale.

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