lunedì 25 aprile 2011

Sono passati dieci anni dalla scomparsa dell’ultimo pilota italiano a pilotare una Ferrari in formula 1 ,Michele Alboreto, in ricordo vediamo chi è stato questo pilata . Michele Alboreto (Milano, 23 dicembre 1956 – Klettwitz, 25 aprile 2001) è stato un pilota automobilistico italiano. Vicecampione del mondo di Formula 1 nel 1985, vinse in tutto cinque Gran Premi nella massima formula. Oltre che in Formula 1 Alboreto corse anche nelle competizioni con vetture a ruote coperte; si aggiudicò, tra le altre, la 24 Ore di Le Mans del 1997 e la 12 Ore di Sebring del 2001. Nel 2001 ha perso la vita sul circuito di Lausitzring durante una sessione di prove libere private.


Gli esordi, nel 1976, lo vedono impegnato nel campionato Formula Monza al volante di una vettura del Team Salvati, conquistando l'anno seguente il 3º posto nello stesso campionato. Campione di Formula Fiat Abarth nel 1978, corre anche in Formula Italia, nei campionati italiani ed europei di F3, vincendo quest'ultimo nel 1980, al volante di una March-Alfa Romeo. Nel 1981 esordisce in F2 nel team Minardi, ma in quegli anni fa anche parte della squadra ufficiale Lancia Martini Racing impegnata nel Campionato mondiale Endurance con la Beta Montecarlo e la LC1. Grazie ai buoni risultati ottenuti nelle formule minori nel 1981 debutta in Formula 1, alla guida di una Tyrrell-Ford, al gp di San Marino. Ma la scarsa affidabilità e potenza della sua vettura gli causano problemi e più volte è costretto al ritiro o alla partenza da posizioni arretrate. Nel 1982 Alboreto, ormai più maturo e munito di una Tyrrell più potente, ottiene il settimo posto in classifica piloti (a pari punti con Tambay) e centra il suo primo successo nella massima serie, al GP di Las Vegas, bissato, l'anno successivo, a Detroit. Le sue buone prestazioni gli valsero la chiamata alla Casa di Maranello nel 1984 e la stima da parte di Enzo Ferrari. Nonostante le buone prestazioni ottenute durante i test invernali, la stagione si rivelò nel complesso deludente. Solamente al Gran Premio del Belgio Alboreto riuscì ad ottenere pole position e vittoria. Nel prosieguo dell'annata, complici anche le prestazioni degli pneumatici Goodyear,il pilota italiano non riuscì a conquistare due secondi posti in Italia e al Nürburgring ed un terzo posto in Austria. A fine stagione concluse quindi 4° in classifica piloti con 30,5 punti. Le premesse per il 1985 erano comunque buone. La vettura, infatti, nonostante evidenziasse alcune difficoltà sulle piste più accidentate a causa di un telaio abbastanza rigido, si dimostrava competitiva e veloce. La stagione visse, nel complesso, di un lungo testa a testa con Prost, conclusasi a favore del francese a causa, soprattutto, di un calo di affidabilità della Ferrari nelle ultime gare. Nelle prime prove i risultati furono confortanti: tre secondi posti nelle prime quattro corse, inframezzate da un ritiro nel rocambolesco Gran Premio di San Marino, permisero ad Alboreto di trovarsi ad appena due lunghezze dalla vetta della classifica piloti. In Canada, poi, una doppietta della Ferrari, con l'italiano davanti al compagno di squadra Johansson, gli permise di andare in testa al campionato e riuscì a rafforzare ulteriormente la sua leadership con un terzo posto a Detroit. Seguirono altri piazzamenti a podio ed una vittoria in Germania. Dopo il Gran Premio d'Olanda, al termine del quale Alboreto si trovava in piena lotta con Prost, la sua vettura ebbe un brusco calo dell'affidabilità, dovuto all'introduzione di un nuovo motore. Quest'ultimo, infatti, presentava problemi di surriscaldamento dovuti ad un inadeguato impianto di recupero dell'olio e cominciarono a sorgere problemi alle turbine.[4] Alboreto, nelle ultime cinque gare, non riuscì più, dunque, a raggiungere la zona punti. Prost conquistò, quindi, l'iride, con 20 punti di vantaggio sul pilota italiano della Ferrari. Esclusa l'ipotesi di passare alla Williams, resta alla Ferrari anche negli anni successivi. La stagione 1986 è una delle peggiori della storia della Ferrari, Alboreto ottiene un solo secondo posto, in Austria.Per la nuova stagione la Ferrari ingaggiò come compagno di squadra di Alboreto l'austriaco Gerhard Berger. Il rapporto tra i due, inizialmente, non fu buono. Le prime gare della stagione videro l'italiano conquistare un terzo posto ad Imola, grazie soprattutto ad una buona strategia, ed un altro a Monaco. Dopo Montecarlo Alboreto fu costretto ad una lunga serie di ritiri, tra cui quello in Ungheria, avvenuto mentre occupava la seconda posizione. Durante l'estate, poi, gli venne rinnovato il contratto con la squadra di Maranello, nonostante si fossero succedute voci di un suo abbandono causate anche dal miglior trattamento ricevuto dal compagno di team da parte della scuderia. Soltanto al Gran Premio del Giappone riuscì a concludere nuovamente una gara in zona punti e, all'ultimo appuntamento mondiale ottenne un secondo posto, suo miglior risultato stagione, dovuto anche alla squalifica di Ayrton Senna, dovuta alle prese d'aria dei freni, ritenute irregolari. Concluse quindi il campionato settimo con 17 punti ottenuti.Nel 1988 la Ferrari è data tra le favorite nella lotta per il titolo, ma i risultati attesi non arrivano: la stagione si conclude con delusione: Alboreto ottiene solo un secondo posto, al Gran Premio d'Italia.Archiviata l'esperienza ferrarista, Alboreto ritorna alla Tyrrell. Il team inglese, da anni in difficoltà, dopo un quinto posto a Montecarlo, conquista, con Alboreto, il terzo posto al Gran Premio del Messico. Sembra l'inizio del riscatto, ma, causa un cambio di sponsor, Alboreto viene posto fuori squadra; dopo un paio di gare da spettatore, fa ritorno nei Gran Premi con la Lola del team Larrousse, ottenendo però scarsi risultati, tra cui alcune mancate qualificazioni.Dal 1990 al 1992 corre per la Arrows poi divenuta Footwork. Totalmente fallimentari le prime due stagioni, dove non ottiene nemmeno un punto, un po' più positiva l'ultima, con alcuni piazzamenti, sei punti in classifica e il decimo posto in campionato.Nel 1993 disputa un'altra stagione deludente con la Lola del team Scuderia Italia. Nella sua ultima stagione in F1, quella del 1994, è alla Minardi: non ottiene alcun risultato di rilievo, e, a fine campionato, annuncia il suo ritiro dalla categoria. Nel GP di San Marino del 1994, il ferimento di quattro meccanici causato dalla perdita di uno pneumatico della sua Minardi durante l'uscita dai box a circa 140 km/h, convince la federazione ad apportare modifiche sostanziali al regolamento, prevedendo una velocità moderata nella pit-lane.

Vittorie nei  Gran Premi : 1982 1° Stati Uniti-Ovest ; 1983 1° Stati Uniti-Est; 1984 1° Belgio; 1985 1° Canada, 1° Germania

Negli anni successivi, gareggia nel DTM, il campionato turismo tedesco, poi nei campionati Sportprototipi e nel 1996 nel campionato Indy Racing League. Successivamente si limita a correre poche corse, la 24 Ore di Le Mans vinta nel 1997 al volante di una Porsche del team Joest Racing, e l'American Le Mans Series. Nel 1999 passa al team Audi con cui ottienne, nel 2001, la sua ultima vittoria in una competizione motoristica nella 12 Ore di Sebring in coppia con Capello e Aiello. Il 25 aprile 2001 muore in un incidente al Lausitzring, mentre effettua i collaudi delle nuove Audi R8 Sport in preparazione della 24 Ore di Le Mans del 2001. Alboreto era alla guida lungo un rettilineo, quando la sua auto uscì dal tracciato, colpì una recinzione sulla destra e si capovolse oltre, dopo un volo di un centinaio di metri. La morte sopraggiunse sul colpo, secondo fonti di analisi. Le cause sono ancora ignote; l'Audi comunicò agli investigatori che il prototipo (distruttosi nell'impatto) aveva già completato migliaia di chilometri su molti circuiti, preparandosi per la stagione 2001, senza alcun problema. Il responsabile della sicurezza del Lausitzring, Klaus Steinmetz, fece notare che l'incidente avrebbe potuto essere causato dall'esplosione di uno pneumatico, perché "pur senza voler andare più rapido dell'indagine, ma tutti i dettagli noti suggeriscono questo particolare". La ruota in questione sarebbe stata la posteriore sinistra: questo spiegherebbe il perché Alboreto si sia schiantato a destra. Dai fatti, gli investigatori supposero che né il pilota, né il circuito fossero responsabili per l'incidente. Il manager del Lausitzring, Hans-Jorg Fischer, comunicò che le ambulanze di stanza presso il tracciato impiegarono solo due minuti per raggiungere la scena dell'incidente; un elicottero arrivò tre minuti più tardi, ma i medici dichiararono che non avrebbero potuto far nulla per salvare Alboreto. Al termine delle indagini, i comunicati diramati confermarono che le perizie avevano trovato in una gomma forata, che aveva gradualmente perso pressione, la causa della disgrazia: non si trattò, dunque, né di colpa del pilota, né di cedimento meccanico. Rimpatriata la salma di Alboreto, questa venne cremata a Milano.

Nel 2004 il comune di Rozzano, dove Alboreto trascorse l'adolescenza, gli rende omaggio con un monumento alto quattro metri presso il Centro Culturale Cascina Grande. Nel dicembre 2006, sempre a Rozzano gli viene dedicata una piazza.

 

mercoledì 20 aprile 2011

In rete , e subito seguenti all’articolo , ecco i due nuovi trailer per  “ Priest  “ , il film fanta - horror tratto dell' omonimo fumetto coreano del giovane autore “ Min-Woo Hyung  “ ,  pubblicato in Italia dalla casa editrice “ J-pop “ . “ Ivan Isaacs “ , è un prete guerriero diventato una figura quasi leggendaria dopo l 'ultima “ Guerra dei Vampiri “ . Tuttavia da tempo il sacerdote vive nell'oscurità in una città cinta da massicce mura , sotto il controllo della “ Chiesa “ . Ma quando la nipote di 18 anni viene rapita dai vampiri , nella desolata steppa che si estende fuori ,  “ Priest “ rompe i sacri voti e parte per ritrovare la ragazza e cercare vendetta nei confronti dei responsabili . Sarà affiancato nella sua crociata dal fidanzato della nipote , “ Hicks “ , lo sceriffo dell' avamposto locale , e una Sacerdotessa , membro della sua ex legione di assassini di vampiri . Il cast è ricco di nomi interessati quali : “ Paul Bettany  “ ( Il destino di un cavaliere ,  Legion ) che interpreta Ivan Isaacs , “ Karl Urban “ ( Pathfinder e Il Signore degli anelli  interpreterà l' antagonista vampiro Black Hat , “ Christopher Plummer  “ ( Il dottor Parnassus ) , “ Cam Gigandet  “ ( Twilight ) ,  “ Brad Dourif “ ( Grima Vermilinguo in Il Signore degli Anelli ) , “ Stephen Moyer  “ ( Bill Compton in True Blood ) e “ Maggie Q “ nei panni della Sacerdotessa . Il film è diretto da “ Scott Stewart  “ e la sceneggiatura è di  “ Cory Goodman “ . Prodotto , fra gli altri , da Sam Raimi e distribuito dalla Sony pictures , Priest uscirà negli stati uniti il 13 Maggio . Da noi in Italia è atteso per il 5 Agosto .

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lunedì 18 aprile 2011

Zagor compi 50 anni !!! Sono  trascorsi quasi 50 anni dal 15 giugno 1961 , il giorno in cui lo Spirito con la Scure fece il suo esordio in edicola, nato dalla mente di Guido Nolitta ( nom de plume di Sergio Bonelli ) e reso graficamente dal Gallieno Ferri . A maggio inizieranno i “festeggiamenti “ per questo altro record editoriale di un personaggio della Sergio Bonelli Editore. Un traguardo che sarà celebrato , ufficialmente , con il numero 602 della collana Zenith , tutto a colori , in edicola dal prossimo 3 giugno . Per scoprire che cosa attende il re di Darkwood nei prossimi mesi e quali iniziative si stanno preparando vi lasciamo all’ intervista che  il curatore della collana, Moreno Burattini, ha rilasciato sul sito della Sergio Bonelli Editore e che potete trovare a questo indirizzo : http://www.sergiobonellieditore.it/news/1frameset_news.html

Ora non ci resta che aspettare !

Cosa possono aspettarsi, dunque, gli "aficionados" zagoriani, per celebrare degnamente il cinquantennale?

Andiamo con ordine, poiché le cose che bollono in pentola non sono poche. Prima di tutto, parliamo di un evento molto atteso e richiesto. Da tanti anni, infatti, attraverso le lettere che giungono in redazione, i commenti che leggiamo sui forum o quelli che riceviamo ai vari incontri con il pubblico, ci sentiamo rivolgere la domanda: "a quando uno Zagorone? gli altri personaggi storici della Casa editrice hanno un albo gigante, tra le loro uscite, perché Zagor no?". Beh, come scrive Sergio Bonelli nella sua prefazione allo Zagorone, "scusate il ritardo"! Siamo più che felici, infatti, di abbinare un'iniziativa editoriale del genere a un'occasione così speciale come il cinquantennale e, dunque, il prossimo 27 maggio, troverete in edicola "Il castello nel cielo", sceneggiato dal sottoscritto e disegnato da Marco Torricelli. La scelta del disegnatore a cui sarebbe toccato l'onore di illustrare il gigante è "caduta" su Torricelli sia per questioni di "anzianità" di servizio (dopo Ferri, troppo impegnato con l'albo a colori di cui vi dirò tra poco, è la matita che da più tempo lavora su Zagor) che per la sua passione per il fantasy. L'avventura di questo albo gigante, infatti, pur svolgendosi a Darkwood, presenta alcune componenti fantastiche che si adattavano perfettamente al segno del bravo artista genovese. Al creatore grafico dello Spirito con la Scure è toccato comunque il compito di donare al volume l'evocativa copertina. A completare lo zagorone, oltre alla già citata introduzione firmata dal nostro editore, troverete alcune pagine che si soffermeranno sull'avventura editoriale del nostro personaggio.

E dopo questo Gigante celebrativo, potremo aspettarcene un altro, per il prossimo anno?

Di storie adatte alla pubblicazione in questo formato ne abbiamo sicuramente, in lavorazione. Al momento, però, non sappiamo dirvi se quello con lo Zagorone diverrà un appuntamento fisso. Dipenderà soprattutto dall'accoglienza che il volume riceverà in edicola.

Come proseguiranno, poi, i festeggiamenti? Hai accennato a un albo a colori...

Sì, il 3 giugno uscirà Zenith 602, interamente in "technicolor"! L'avventura autoconclusiva che conterrà sarà molto d'azione. Solitamente la narrazione zagoriana richiede ritmi e spazi più dilatati, ma dovendo rientrare nelle 94 pagine dell'albo ho pensato di puntare sul dinamismo. Ho scritto una storia, visualizzata dal principe dei disegnatori zagoriani, Gallieno Ferri, pensata per sfruttare l'occasione della policromia, inserendo elementi spettacolari che in bianco e nero non avrebbero ottenuto lo stesso effetto. Il racconto, giusto per darvi un'ulteriore anticipazione, vedrà Zagor confrontarsi con degli antichi e misteriosi nemici, con i quali aveva un conto in sospeso da tanto tempo...

Ci sono altre iniziative, specificamente legate a questo anniversario?

Oltre a quelle messe in cantiere dalla nostra Casa editrice, colgo l'occasione per segnalarvene molte altre, che testimoniano l'entusiasmo e la grande attenzione che il personaggio suscita ancora, dopo tanti anni. Partiamo da un libro. Io e Graziano Romani (cantautore e già mio partner nella stesura di due volumi dedicati, rispettivamente, a Gallieno Ferri e a Giovanni Ticci) abbiamo lavorato a un saggio dal titolo "Guido Nolitta: Sergio Bonelli sono io", pubblicato da Coniglio Editore nella collana "Lezioni di fumetto", che, a nostro modo di vedere, tributa il giusto onore al "papà" letterario di Zagor. Sempre in tema di pubblicazioni da libreria, poi, l'editore Cartoon Club darà alle stampe "Le mura di Jericho", romanzo breve che ho scritto a puntate, sul finire degli anni '90, per Darkwood Monitor (fanzine dedicata al Signore di Darkwood), e che qui, in versione riveduta e corretta, viene proposto in un'unica soluzione: ottanta pagine in prosa, racchiuse da una copertina inedita di Ferri e intervallate da dieci illustrazioni di dieci diversi disegnatori, otto dei quali già conosciuti dai fan zagoriani e due ospiti. Tante anche le mostre e gli eventi fumettistici pronti a celebrare il nostro eroe. Si inizia a Godega, in provincia di Treviso, dal 3 al 5 giugno, poi a Parma (l'11 e 12 giugno) con una mostra dedicata al rapporto tra lo Spirito con la Scure e il fantasy (ospiti Ferri e Torricelli), e dal 16 al 18 dello stesso mese ci si sposta a Zagabria. Poi, nel mese di luglio, a Raiano, in provincia de L'Aquila (i giorni 9 e 10) si terrà una convention con tanto di mostra, incontri e concerto di Graziano Romani; dal 22 al 24 di luglio si svolgerà Rimini Comix, che ospiterà una grande festa zagoriana con tanti autori, il debutto de "Le mura di Jericho" e un concerto che vedrà sul palco Romani con la sua band al completo. Il 24 settembre, infine, verrà inaugurata a Città di Castello (provincia di Perugia) una grande mostra bonelliana che comprenderà anche una personale di Ferri. Tutti eventi di cui vi daremo più notizie, a tempo debito, attraverso le Flash News pubblicate sul sito della Casa editrice.

E dal punto di vista narrativo, avete programmato un evento che caratterizzerà fortemente l'anno del cinquantennale?

Dunque, già nei numeri di aprile e maggio ne avrete qualche avvisaglia, ma, dopo aver festeggiato con l'albo a colori di giugno, a luglio avrà inizio un lungo ciclo di avventure dalla serrata "continuity": l'una sfocerà in quella seguente, permettendoci anche il ritorno delle storie che finiscono a metà albo, lasciando poi spazio al successivo racconto. La saga ha inizio a Darkwood e per un paio di albi, sceneggiati da Mauro Boselli (al ritorno sulle pagine di Zagor dopo diversi anni) e disegnati da Michele Rubini, percorreremo sentieri conosciuti e assisteremo al ritorno di alcuni personaggi – amici e nemici – che lo stesso Boselli aveva introdotto nelle sue vecchie storie. Poi gli eventi prenderanno una piega inaspettata e il nostro eroe, in compagnia dell'inseparabile Cico, si imbarcherà, facendo rotta verso Sud. Farà tappa a Panama, in un'avventura scritta da Jacopo Rauch per i disegni dei fratelli Di Vitto (perfettamente a loro agio con le ambientazioni di questi capitoli, piuttosto affini a quelle amazzoniche che hanno "frequentato" per tanti anni su Mister No). Successivamente, Zagor approderà in Sud America, viaggiando attraverso Perù, Brasile, Argentina e Cile, fino a raggiungere la Terra del Fuoco. Ogni tappa ci darà il pretesto per approfondire le storie dei luoghi che andremo a toccare e per far comparire nuovi e vecchi compagni d'avventura e avversari, nonché per incontrare anche qualche personaggio realmente esistito.

Il viaggio si annuncia piuttosto ricco e lungo, dunque. E per chi sentisse la nostalgia di Darkwood?

Abbiamo pensato anche ai lettori più "stanziali", proponendo sulle numerose uscite extra dedicate al nostro eroe (lo Speciale, i due Maxi, l'Almanacco e il già citato Gigante) storie ambientate nella regione che ha ospitato Zagor e Cico per quasi tutto l'ultimo mezzo secolo di avventure.

 
E' morto a Tokyo, all'età di 67 anni a causa di un tumore ai polmoni, il regista di animazione giapponese Osamu Dezaki. La sua fama internazionale era legata a serie popolarissime come "Lady Oscar", "Remi"' e "Lupin IIII". Pur lavorando sempre su soggetti scritti da altri autori ("Jenny la tennista", "L'isola del tesoro", "Astro Boy" tra gli altri), Dezaki è riuscito ad imprimere un segno caratteristico a tutta la sua opera. Questo tanto per lo stile, caratterizzato da inquadrature "oblique" ed angolate dal basso nella maniera espressionista, sia per il tipo di storie, spesso permeate di un certo nichilismo di fondo. A lui si deve l'introduzione negli 'anime' di soluzioni registiche innovative come lo split screen e l'uso di fermi immagine su disegni particolarmente curati, da lui stesso definiti "cartoline ricordo". Dezaki è stato anche il primo regista a sperimentare l'animazione digitale generata da un computer in una scena panoramica nella serie "Golgo 13".  Nato a Tokyo il 18 novembre 1943, dopo il diploma presso il liceo Kitazono, Dezaki entrò nella Mushi Productions di Osamu Tezuka dove si formò  come disegnatore e direttore dell'animazione di alcuni episodi delle serie "Astro Boy" (1963), "Kimba il leone bianco" (1965) e "Monkey" (1967). Il primo passo da regista avvenne solo nel 1970, quando gli venne proposta la direzione della trasposizione sul piccolo schermo del manga "Rocky Joe", che divenne immediatamente un cult per i ragazzi degli anni Settanta. Disgraziatamente però la serie venne interrotta anticipatamente per delle gravi incomprensioni con Osamu Tezuka che portarono poi Dezaki a lasciare definitivamente la sua casa di produzione e a fondarne un'altra, la famosissima Madhouse, e diventando uno dei più importanti registi della Tokyo Movie Shinsha, avversaria della Toei. A volte noto anche con gli pseudonimi di Testu Dezaki e Makura Saki, passò da una serie animata all'altra: da "Jenny la tennista" (1973) a "Il tulipano nero" (1975), da "Giatrus il primo uomo" (1974) a "Le avventure di Gamba" (1975), passando per "Le più belle favole del mondo" (1976), "Capitan Jet" (1977) e "L'isola del tesoro" (1978). Ma i suoi più  indelebili e universalmente conosciuti cartoni animati rimangono "Remi"' (1977), tratto dal romanzo "Senza famiglia" di Hector Malot, e "Lady Oscar" (1979), ma solo a partire dal 19° episodio in poi, proprio perché  la serie era in calo di ascolti durante i primi episodi e per Tadao Nagahama fu necessario un aiuto per risollevare l'audience: quell'aiuto era appunto Osamu Dezaki.  A cavallo fra gli Anni Ottanta e Novanta, si trasferì negli Usa, insegnando tecnica dell'animazione alla Fox, realizzando serie tv e pellicole per un gusto più adulto come: gli "SF Space Adventure Cobra" (1982) e "The Mighty Orbots" (1984) e i suriraa "Golgo 13" (1993, molto amato da Quentin Tarantino) e "Golgo 13 - Queen Bee" (1993). Tornato in Giappone, lavorò  in collaborazione con la Tezuka Production, dove è  stato regista di "Lupin III", e poi ha realizzato la serie "Caro fratello" (1991) e i film "Black Jack - La sindrome di Moria" (1996), "Sword for Truth" (1990), "Mad Bull 34" (1996), "Air" (2005) e "Clannad" (2007).

 

giovedì 14 aprile 2011

FINALMENTE ! L’EVENTO CHE ASPETTAVAMO ( ALMENO I LETTORI DI NATHAN NEVER ) STA RRIVANDO! LA GUERRA DEI MONDI ESPLODERA’ NELL’UNIVERSO FUTURISTICO DELLA SERGIO BONELLI EDITORE. PER SEPERNE DI PIU’ VI LASCIAMO ALLA NOTA DELLA REDAZIONE.

Da tempo, i lettori di Nathan Never sono in attesa di un grande evento. Annunciato più volte, sia su Alfacom (la rubrica della posta che ogni mese apre l'albo in edicola) che in diverse interviste che i vari autori hanno rilasciato nel corso degli ultimi tre anni, ha visto fissata la sua data d'inizio proprio nell'anteprima dell'annata 2011 che abbiamo pubblicato su questo stesso sito. Stiamo parlando della Guerra dei Mondi, spettacolare saga che si articolerà su ben 16 albi e che, partendo dal contrasto, prima politico e poi militare, tra il governo della Terra e quello del pianeta Marte, sfocerà in una completa ridefinizione dell'universo nathaneveriano.  Non possiamo, ovviamente, anticiparvi tutti i colpi di scena, ma possiamo senza dubbio rivelarvi che i lettori che ci seguono fedelmente dal numero 1 ritroveranno sulle pagine di questa lunga avventura le tematiche che tanto li hanno affascinati nel corso degli anni. Ma non solo. Prima di tutto, parliamo della struttura di questo maxi-evento. Si dividerà in tre parti principali. La prima, che ha inizio con l'albo 239 (in edicola dal 19 aprile), si protrarrà fino al mese di agosto (Nathan Never 243) e comprenderà una serie di storie nelle quali verranno poste le basi politiche e strategiche degli eventi che seguiranno. Queste avventure (scoprite i loro autori nel box pubblicato in questa stessa pagina), che potrebbero apparirvi più statiche del solito, nasconderanno invece eventi sconvolgenti. Premesso, quindi, che non dovrete perdere nessuna uscita, vi segnaliamo, in particolar modo, gli albi di giugno e agosto (rispettivamente i numeri 241 e 243) per i loro contenuti ad alta tensione. Da settembre (Nathan Never 244), gli eventi bellici prenderanno il sopravvento e vi accompagneranno nella lettura fino a gennaio 2012 (albo numero 248). A febbraio 2012, le conseguenze politiche e militari del conflitto produrranno una catena di colpi di scena che, modificando, dal numero 249 in avanti, i rapporti interpersonali tra i nostri protagonisti, ci guideranno al duecentocinquantesimo Nathan Never. E qui, cari lettori, non vi sveliamo più nulla, poiché il numero 250 e i tre che seguiranno formeranno una vera e propria mini-serie nella serie che potrà essere usata come trampolino di lancio da nuovi lettori che vorranno avvicinarsi alle avventure dell'Agente Speciale Alfa. Insomma, per essere chiari, il numero 250 di Nathan Never è, a tutti gli effetti, un nuovo numero 1 della serie. Dal 254 in poi, i racconti torneranno alla loro "normalità", nel nuovo equilibrio che coinvolgerà gli eroi che vi appassionano da vent'anni. Un consiglio per chi ha l'abitudine di leggere in una sola volta le storie a puntate, attendendo il completamento della loro pubblicazione: stavolta, vi suggeriamo di rinunciare e di godervi, mese dopo mese, l'evolversi dei fatti, vivendo "in diretta" ogni sorpresa che vi abbiamo preparato. Quindi, tenete d'occhio questa pagina, che verrà regolarmente aggiornata, con immagini in anteprima e i riassunti dei vari episodi già pubblicati, diventando, fino al giugno 2012, il vostro "quartier generale" da cui dominare, con una sola occhiata, tutto il fronte! Buona lettura!

Tutte le uscite e tutti gli autori della Guerra dei Mondi

239 - Aprile 2011 - Testi: Bepi Vigna Disegni: Germano Bonazzi

240 - Maggio 2011 - Testi: Stefano Vietti Disegni: Fabio Jacomelli

241 - Giugno 2011 - Testi: Stefano Vietti Disegni: Simona Denna & Silvia Corbetta

242 - Luglio 2011 - Testi: Bepi Vigna Disegni: Germano Bonazzi

243 - Agosto 2011 - Testi: Bepi Vigna Disegni: Germano Bonazzi

244 - Settembre 2011 - Testi: Stefano Vietti Disegni: Giancarlo Olivares

245 - Ottobre 2011 - Testi: Stefano Vietti Disegni: Giancarlo Olivares

246 - Novembre 2011 - Testi: Stefano Vietti Disegni: Sergio Giardo

247 - Dicembre 2011 - Testi: Stefano Vietti Disegni: Roberto De Angelis

248 - Gennaio 2012 - Testi: Stefano Vietti Disegni: Roberto De Angelis

249 - Febbraio 2012 - Testi: Stefano Vietti Disegni: Guido Masala & Giacomo Pueroni

250 - Marzo 2012 - Testi: Antonio Serra & Mirko Perniola Disegni: Sergio Giardo

251 - Aprile 2012 - Testi: Antonio Serra & Davide Rigamonti Disegni: Ivan Calcaterra

252 - Maggio 2012 - Testi: Antonio Serra & Davide Rigamonti Disegni: Patrizia Mandanici

253 - Giugno 2012 - Testi: Antonio Serra & Mirko Perniola Disegni: Simona Denna & Silvia Corbetta

link : http://www.sergiobonellieditore.it/news/1frameset_news.html

 

mercoledì 13 aprile 2011

Il gruppo Mondadori  parte con una nuova iniziativa editoriale. In collaborazione con la Max Bunker Press , in allegato a Tv Sorrisi e Canzoni e Panorama , troviamo Satanik Il Fascino Occulto Del Male,  16 uscite settimanali da 256 pagine cad. in formato esclusivo e con storie restaurate , i migliori racconti di Satanik di Max Bunker . Per questo evento è stato, come ormai è di moda , anche una pagina su Facebook. Ma vediamo un po’ , per chi non la conosce, chi è questa “ SATANIK “ !

Satanik è un personaggio dei fumetti creato negli anni sessanta da Max Bunker e Magnus sull'onda del successo del fumetto nero italiano. Edita dall’Editoriale Corno, esordisce nel dicembre 1964 nell'albo La legge del male. Satanik è "sorella di sangue" di Kriminal, altra celebre creazione di Bunker e Magnus, ma a differenza dello scheletrico criminale, le cui storie sono incentrate sul tema reale della criminalità, la satanica ragazza vive avventure soprannaturali e orrorifiche. La serie di Satanik conta 231 episodi, pubblicati tra il 1964 e il 1974; le copertine furono realizzate tra gli altri da Luigi Corteggi. Per la ricorrenza del 40º anniversario è stato successivamente pubblicato l'inedito Sbattito d’ali di vampiro. Nel primo albo, “La legge del male”, viene presentata l’eroina della storia: la venticinquenne biologa Marny Bannister è una apprezzata docente universitaria, il cui volto è deturpato da un esteso angioma. Terzogenita di un alcolizzato e di una casalinga, Marny vive ancora in famiglia, insieme a due bellissime sorelle, Dolly e Lydia, che la vessano in continuazione a causa della sua ripugnante menomazione facciale. Proprio spinta dalle cattiverie e dai soprusi delle sue sorelle, Marny, dotata di acuta intelligenza e amante delle scienze chimiche, comincia a studiare accanitamente le teorie di Masopust, un alchimista. Assumendo un portentoso quanto misterioso elisir di giovinezza da lei stessa ideato e sottoponendosi a bagni di luce laser che cancellano le sue mostruose fattezze, Marny diventa la provocante e malvagia Satanik. Assieme alla bellezza, la “rossa del diavolo” (chiamata così per la chioma fulva e il carattere demoniaco) acquista sete di vendetta nei confronti di chi l’ha sempre tormentata; le prime vittime della sua furia giustiziera sono le due sorelle. Dolly perisce assieme alla madre in un incendio mentre Lydia dapprima viene sfigurata, poi muore a causa di un acido iniettatele da Satanik che corrode il suo corpo dall’interno. Dato che serba un fortissimo e profondo rancore verso l’umanità intera, quando la scienziata sfigurata subisce questa magica metamorfosi si trasforma in una dark lady seducente, dissoluta e cattivissima, affamata di denaro e ricchezze. Per raggiungere questi propositi realizza piani criminali con feroce intelligenza e fermezza agghiacciante, utilizzando il suo fascino letale e la sua abilità di seduttrice come arma; le storie in cui Satanik è usualmente coinvolta sono di tono raccapricciante e soprannaturale a differenza di quelle di Kriminal, concentrate invece sul lato criminale. Il suo avversario numero uno è il tenente Trent, il fidanzato di Lydia, che le dà invano la caccia da quando la sua amata è stata uccisa in maniera così feroce. Il funzionario di polizia uscirà di scena nel numero 200 della saga, quando la splendida e sanguinaria protagonista morirà incenerita (salvo resuscitare nell’albo successivo). Altro nemico acerrimo è il barone Wurdalak, capo di una setta di vampiri (il suo nome è sia l'anagramma di "W Drakula", sia un termine slavo che identifica una via di mezzo tra un vivente e un vampiro) che, a causa della sua goffaggine, Magnus e Bunker trasferiranno nell’universo fumettistico di Alan Ford, altra loro celebre creatura. Tra gli altri antagonisti si ricordano Amud, Le Comparse e Mr. Terrific. Satanik ha anche vissuto delle storie d’amore con Alex Bey, un giovane che non invecchia mai (una sorta di Dorian Gray) e con Max Lincoln, un viscido affarista che compare in circa una sessantina di episodi (dal 38 al 100 per l’esattezza). Infine, negli ultimi numeri, Satanik avrà una relazione con Kriss Hunter, un investigatore privato afroamericano; con lui, nel finale della serie, naufragherà ma questa conclusione lascia aperte molte interpretazioni, dato che rimane il dubbio se la malefica protagonista sia morta o solo scomparsa. Satanik ha seguito lo stesso iter percorso da Diabolik, la creatura delle sorelle Giussani; mano a mano che procedevano le storie, la rossa è diventata sempre meno sadica e spietata, fino a diventare addirittura una valente cooperatrice di una società segreta, la Patente Speciale, trasformandosi in una sorta di giustiziera al servizio della legge. Questa inversione di rotta è avvenuta dopo il famoso albo numero 200, in cui la conturbante scienziata dalla doppia vita perisce e successivamente risuscita. Questo episodio può essere considerato una sorta di spartiacque nella storia del fumetto: infatti, fino ad allora, Satanik era stata perfida e sadica fino all’inverosimile, con trame che toccavano l'horror e lo splatter. Satanik esordisce in edicola nel 1964, all'età di venticinque anni. Risulta così essere coetanea dei due giovani narratori delle sue mirabolanti gesta. Infatti, il prolifico sceneggiatore Max Bunker, cioè Luciano Secchi, è nato a Milano il 24 agosto 1939. Qualche mese prima, il 31 maggio 1939, a Bologna nasce Roberto Raviola, che entrerà nella leggenda del fumetto italiano con il nome di Magnus, rimanendo nel cuore di intere generazioni di lettori. Dal fumetto è stato tratto un film nel 1968 dal titolo Satanik, per la regia Pietro Vivarelli e con Magda Konopka nel ruolo della protagonista; a differenza della serie sulla carta stampata, nella conclusione della pellicola, dopo una corsa su un'auto che ha rubato da un'officina senza sapere che i freni erano smontati, Satanik precipita in un burrone e muore.

 

martedì 12 aprile 2011

Anche questa’anno il Dylan Dog Color Fest ci prepara un “ evento “ , infatti dopo la versione comica ironica , arriva il Color Fest Femmes fatales, ovvero quattro storie nate da autici tutte al femminile. Vediamo cosa ci aspetta in questo volume della nota della redazione stessa !

Avranno un tocco più delicato, forse... ma non per questo meno micidiale! Stiamo parlando di quello delle mani delle "femmes fatales" che hanno scritto e disegnato le pagine del sesto Dylan Dog Color Fest, in edicola dal 27 aprile. Quattro storie sceneggiate, illustrate, colorate e letterate da autrici che hanno dimostrato di conoscere bene l'inquilino di Craven Road 7 e di saperlo raccontare sotto una luce un po' diversa dal solito: quella che fa risplendere l'"altra metà del cielo". Passando in rassegna i nomi delle "colpevoli" di questa impresa, partiamo da quello di Laura Zuccheri, solitamente a suo agio tra le vie di Garden City in cui si muove Julia e qui in veste di copertinista. Ad aprire le danze con la prima storia dell'albo troviamo Vanna Vinci, che il suo esordio bonelliano lo aveva già fatto ai tempi di Legs Weaver e che ha poi proseguito realizzando numerosi volumi per Kappa Edizioni, dai più intimisti quali "Ombre" ai più divertenti come quelli dedicati alla "Bambina filosofica". È l'autrice sarda ad accompagnarci ne “La villa degli amanti”, un luogo in cui sta per compiersi una terrificante tragedia annunciata. Si prosegue, poi, varcando la soglia de “La camera chiusa”, "costruita" da Rita Porretto & Silvia Mericone e "arredata" grazie alle tavole di Simona Denna, un nome non certo nuovo in Casa Bonelli, avendo disegnato tante storie del mondo del futuro in cui si muovono la già citata Legs e Nathan Never.  L'unica veterana di Dylan Dog (e immancabile “madrina” dell’iniziativa) è Paola Barbato, scrittrice di tante memorabili avventure dell'Indagatore dell'Incubo, che ci presenta “La predatrice”, affascinante quanto letale creatura alla quale hanno dato vita le matite di Lola Airaghi, disegnatrice che ha esordito su Legs per poi divenire una delle colonne di Brendon. Una debuttante assoluta nel mondo del fumetto, ma già autrice di un romanzo per ragazzi edito da DeAgostini, è invece Chiara Caccivio che fa vivere a Dylan una spiazzante avventura che lo vede negli insoliti panni di impiegato modello e felice padre di famiglia. “Tagli aziendali”, questo il titolo del racconto, è visualizzato da Valentina Romeo, proveniente dallo staff di Nathan Never. A completare la squadra "in rosa" ci sono le coloriste Chiara Fabbri Colabich, Stefania Faccio e Ketty Formaggio, nonché la nostra bravissima "calligrafa" Marina Sanfelice, per un totale di tredici "dark ladies": tutte impegnate a confezionare un albo per niente tenero, ma inconfondibilmente e fatalmente femminile!

 

giovedì 7 aprile 2011

Per il diciassettesimo anno , torna “ Torino Comics “ , una tre - giorni dedicata a fumetto , games e cos play , come recita il " sottotitolo " della manifestazione . Organizzata negli spazi del  “ Padiglione 1 “ della struttura di “ Lingotto Fiere “ , l' iniziativa prevede un ricco programma e una lista di ospiti che non mancheranno di attirare gli appassionati di letteratura disegnata . Tra i nomi , quello dello statunitense “ Don Rosa “ spicca su tutti : il più importante autore “ Disney “ della storia recente , erede dell' “ uomo dei paperi “ per eccellenza , il compianto “ Carl Barks “ . Ma anche il nostro Paese è ben rappresentato , potendo schierare l' autore di “ Lupo Alberto “ , ovvero  “ Guido Silvestri “ , in arte “ Silver “ , il “ bonelliano internazionale “  “ Luca Enoch “ , la cui creatura più recente è la micidiale cronoagente Lilith ( semestrale edito dalla Sergio Bonelli Editore ) , e autori emergenti come “ Giacomo Bevilacqua “ , celebre per la striscia umoristica  " A Panda piace " .  Oltre agli incontri, il programma del salone prevede il ritorno di uno spazio, quello del “ Quartiere Giapponese “ , inaugurato poche edizioni fa e sempre frequentatissimo , gli eventi di “ Torino Cosplay “ e di “ Torino Games “ e lo “ Star Wars Fest “ , dedicato agli appassionati della saga creata da “ George Lucas “ . Inoltre , come ogni anno , la casa editrice milanese  Sergio Bonelli Editore “ , come da tradizione , parteciperà con un proprio stand , presso il quale si terranno le immancabili sessioni di firme con gli autori , il cui calendario trovate riportato in questa stessa pagina.  Per maggiori informazioni sulla manifestazione e tutto il suo promettente programma vi rimano al sito della manifestazione : http://www.torinocomics.com/ .

ORARI FIRME STAND SERGIO BONELLI EDITORE AL  TORINO COMICS :

SABATO 9 APRILE : Ore 10.30 SERGIO GIARDO (Nathan Never) ; Ore 12.00 FABIO VALDAMBRINI (Cassidy); Ore 14.30 LOLA AIRAGHI (Dylan Dog); Ore 16.00 LUIGI PICCATTO (Dylan Dog)

DOMENICA 10 APRILE : Ore 10.30 LUCA ENOCH (Lilith); Ore 12.00 NICOLA GENZIANELLA (Dampyr); Ore 14.30 GIUSEPPE VIGLIOGLIA (Brendon) ; Ore 16.00 CRISTIANO SPADAVECCHIA (Brendon)

 

sabato 2 aprile 2011

Il 12 aprile arriva in libreria "Il romanzo della mia vita", oltre 200 pagine che raccontano le avventure del Ranger da un inedito punto di vista: quello di Tex! A descrivervi questo “ evento “ vi lascio alla presentazione stessa della Sergio Bonelli Editore , che potrete anche trovare sul sito della casa editrice .

Con l'unico precedente costituito da "Il massacro di Goldena", scritto da Gianluigi Bonelli, Tex abbandona insolitamente la narrativa disegnata per approdare tra le pagine di un vero e proprio romanzo, per di più autobiografico! Stiamo parlando de "Il romanzo della mia vita", un volume edito da Mondadori e firmato da Tex Willer in persona (in uscita il 12 aprile nelle librerie)! Come scrive Sergio Bonelli nella prefazione del libro, si tratta quasi di un ritorno ai tempi ingenui degli anni '50, quando i lettori scrivevano in redazione rivolgendosi direttamente al Ranger, pensando che Tex esistesse davvero. Con questa iniziativa, infatti, abbiamo voluto tornare ai tempi "mitici", agli albori del successo del personaggio bonelliano, immaginando che il nostro eroe sia realmente esistito e abbia deciso di raccontare in queste pagine la sua vita e le sue avventure. Naturalmente, un vero autore, o "interprete", delle parole di Tex esiste ed è, in questa occasione, Mauro Boselli. Boselli, sceneggiatore di numerose avventure del nostro eroe, si è avvicinato alla scrittura di questo volume tenendo ben presente lo stile della prosa di G.L. Bonelli ("romanziere prestato al fumetto..."), ma anche il modo il cui erano raccontate le vere (o presunte tali) autobiografie degli eroi del West, come Kit Carson, Calamity Jane, John Wesley Harding e altri dello stesso stampo. Leggendo "Il romanzo della mia vita", dunque, non troverete romantiche descrizioni di splendidi paesaggi e neppure introspettive analisi psicologiche. Come nelle succitate autobiografie, i fatti saranno raccontati al galoppo, andando dritti al sodo con concisione e senso pratico. Così come si addice a un vero uomo della Frontiera, che narra la sua vita davanti al fuoco di un improvvisato bivacco, diffondendosi nella descrizione di avventure e sparatorie e magari narrando di scorcio lunghi anni della sua vita, racchiudendoli in poche parole. Infatti, è proprio la voce di Tex che racconta, anche se, nella finzione letteraria, a raccogliere la sua testimonianza e a trascriverla è un reporter del West, amico del celebre Martin Floyd che i lettori più attenti ricorderanno tra i protagonisti di "Sangue navajo" (numeri 51, 52 e 53 della nostra collana). L'intraprendente giornalista va a trovare Aquila della Notte alla riserva navajo e ottiene lo "scoop" di una rievocazione dei tempi andati, dal momento in cui il giovane Willer, vendicando la morte del padre e del fratello, fu costretto ai margini della legge, fino al suo ingresso nel corpo dei Rangers e all'incontro con Kit Carson, passando per la Guerra di Secessione e l'avventuroso matrimonio con Lilyth, senza dimenticare i fatti che hanno maggiormente segnato la sua vita, come la tragica morte della moglie indiana, gli incontri con Montales e Jim Brandon, la lunga sfida con il diabolico Mefisto, la difesa del popolo navajo e la vendetta contro gli assassini della sua amata. Queste e altre avventure, raccontate come mai le avete lette, sono racchiuse in un libro di oltre 200 pagine, ogni capitolo del quale sarebbe stato sufficiente a riempire un intero romanzo. Naturalmente sono tutte classiche storie generate dall'immaginazione sfrenata di G.L. Bonelli, ma qui le ritroverete narrate dalla voce del protagonista e per questo vi appariranno sotto una luce differente. Per farvi un esempio, l'avventura contro Mitla e il "Diablero" viene raccontata da Tex come lui l'ha vissuta e interpretata, rimanendo all'oscuro di molti fatti narrati nelle pagine del fumetto originale. Già solo questo aspetto rende interessante l'operazione, regalando uno sguardo inedito sulla saga "texiana". Per non rendere troppo orfani delle immagini i lettori del libro, ciascun capitolo sarà arricchito dalle opere di Fabio Civitelli. Il bravo disegnatore aretino ha messo la sua arte al servizio dell'iniziativa, disegnando ciascuna scena come avrebbe fatto un illustratore della fine dell'800, donando al tutto una patina d'epoca molto godibile e affascinante, di cui vi forniamo qualche esempio in questa stessa pagina.