lunedì 14 marzo 2011

Il Citrus × myrtifolia, comunemente detto Chinotto, è un agrume del genere Citrus (famiglia Rutaceae). La sua origine non è stata esattamente accertata. Prevale l'opinione che si tratti di una mutazione dell'arancio amaro che col tempo si è sviluppata nella specie oggi conosciuta.L'albero raggiunge al massimo i 3 metri ed ha rami fissi e compatti. Le foglie sono piccole, coriacee, e ricordano quelle del mirto, da cui il nome latino. Unico tra i citrus, il chinotto è privo di spine. I fiori sono piccole zagare bianche che crescono sia in gruppi alle estremità dei rami, sia pure con singoli fiori vicini allo stelo. Questo particolare rende la pianta molto piacevole a vedersi, per cui viene spesso coltivata in vaso come pianta ornamentale. I frutti, arancioni nella maturità, sono piccoli e schiacciati ai poli, hanno un succo molto amaro e acido. Come la maggior parte degli agrumi, anche i chinottini possono aspettare a lungo sulla pianta prima di venir colti. Sembra anzi che al chinotto spetti il primato, dato che si dice possa rimanere sul ramo fino a due anni. Normalmente i frutti maturano alla metà di giugno. La pianta teme il freddo. Il chinotto deve il suo nome alla Cina, luogo da cui sarebbe stato importato verso la fine del '500 o all'inizio del '600 da un livornese o savonese. Secondo alcuni ricercatori invece la pianta sarebbe originaria del Mar Mediterraneo dove si sarebbe sviluppata a seguito di una mutazione gemmaria dell'arancio amaro. In questo caso il nome potrebbe significare soltanto che si tratta di un frutto "di tipo cinese". Attualmente, infatti, non ci sono notizie su alcun tipo di coltivazione del chinotto nei paesi asiatici. All'infuori dell'Italia (Liguria, Toscana, Sicilia e Calabria), la sua presenza si limita a sporadiche apparizioni sulla Costa Azzurra francese. La pianta produce piccoli frutti amari, tradizionalmente usati per produrre confetture, canditi e sciroppi. In Europa fu tradizionale, alla fine del 1800 e fino al 1918, (la cosiddetta Belle époque), un uso esteso dei frutti immaturi (1-2,5 cm di diametro), parzialmente trattati per ridurre il sapore amaro e sciroppati in soluzioni zuccherine; furono consumati assieme a bevande alcoliche (come i vini all'assenzio), come aperitivo; il prodotto sciroppato è ancora in vendita. I frutti, dei quali esistevano estese coltivazioni in Italia (in Calabria, ma anche sulla Riviera Ligure), erano esportati in vari paesi europei.

La bevanda : Il chinotto è una bibita analcolica prodotta dal succo del frutto di Citrus myrtifolia (chiamato appunto chinotto) e altri estratti aromatici vegetali. Bevanda scura in apparenza simile a una Cola, il chinotto ha un gusto più amaro,sebbene possegga anche un retrogusto particolarmente fresco e delicato. Questo lo rende una bevanda molto particolare che divide molto le persone tra estimatori e no.Il chinotto è di origine incerta: alcuni sostengono che sia stato inventato nel 1932 dalla San Pellegrino, che oggi ne è la principale produttrice; una differente ipotesi sulle origini del chinotto, certamente italiane, è che sia stato prodotto dalla azienda Neri di Capranica (VT) nel 1949.Intorno al 1950 il chinotto più diffuso era quello prodotto dalla Recoaro. È prodotto oggi da diverse aziende:

-La San Pellegrino, azienda oggi controllata dal gruppo multinazionale Nestlé, esporta il chinotto in tutto il mondo col marchio commerciale Chinò.

-Acque Minerali Lurisia commercializza "Il vero chinotto" utilizzando il chinotto di Savona, presidio Slow Food.

-La storica Neri di Capranica ha riavviato l'attività come Chinotto Neri dopo un periodo di fermo.

-La Abbondio con il marchio "Il chinotto originale", sia nella sua linea "vintage" che in quella "con la biglia".

Anche la Coca-Cola ha lanciato in Italia e il suo chinotto con marchio Fanta, tuttavia fra gli ingredienti non figura il chinotto, pertanto si tratta più propriamente di una bevanda al sapore di chinotto. Rispetto alle versioni originali, i chinotti attualmente in commercio sono generalmente più zuccherati. Con l'eccezione di Malta, dove la bevanda, conosciuta con il nome di Kinnie, è molto diffusa (importata anche in Italia), all'estero il chinotto è consumato soprattutto dalla comunità italiana. In Canada la bevanda viene commercializzata con il marchio Brio, mentre in Australia il chinotto viene venduto con il marchio Bisleri (di proprietà di Coca-Cola Amatil) e non è difficile trovarlo nei ristoranti italiani e nei supermercati di Perth, Melbourne o altre città australiane a forte presenza italiana. Nella maggior parte degli altri paesi esteri è reperibile solo in negozi specializzati in cibi e bibite italiane. In Italia, comunque, il chinotto è di recente tornato ad avere un ampio mercato. Questo testimoniano i notevoli investimenti effettuati dalle due maggiori compagnie produttrici e il lancio di nuove versioni della bevanda, come il Chinò energy, con aggiunti stimolanti come il ginseng e la pappa reale che, però, non ha avuto molta fortuna: messo in vendita nel 2005 ha avuto una commercializzazione molto breve; oggi non viene più prodotto a vantaggio del Chinò Zero nuova versione senza zuccheri aggiunti. Accanto ai chinotti tradizionali, Kinnie, più di nicchia e particolare, è ora distribuito da Easydrink anche nel nostro paese.

 

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